Diciamocelo chiaro: l'idea di Lega e Pdl di rendere nulli ai fini dell'anzianità utile per andare in pensione gli anni riscattati è un vero e proprio furto da parte dello Stato.
E' una vera e propria doccia fredda per coloro che maturerebbero i 40 anni di contributi a partire dal 2012.
Eppure gli anni di studio sono stati pagati e dal 1987 in poi sono stati pagati profumatamente.
Fra Stato e lavoratore è stato stipulato un contratto vero e proprio nel quale la prestazione è costituita dalla valutazione degli anni di studio (ma anche della aspettative non retribuite per motivi familiari,
personali, di studio etc) ai fini dell'anzianità utile per andare in pensione mentre la controprestazione è il pagamento da parte del lavoratore dei contributi non versati per tali periodi.
Oggi uno dei contraenti (lo Stato) fa carta straccia di quel contratto.
Letteralmente carta straccia perchè il contentino che quegli anni sono utili ai fini del calcolo della pensione è una bufala, soprattutto per chi è nel sistema retributivo ma anche per chi, nel sistema misto, ha svolto gli studi prima del 1996.
Infatti per costoro il calcolo della pensione (o della quota di pensione relativa agli anni fino al 1995) viene fatta sull'ultimo stipendio percepito e quindi a nulla gli valgono quei contributi versati in sede di
riscatto.
Per costoro, (che ad oggi nel pubblico impiego sono la stragrande maggioranza visto che dal 1996 le assunzioni sono diventate una vera rarità) quindi il furto è totale.
E soprattutto in Sanità, dove la stragrande maggioranza dei laureati sono medici con in media 10 anni di riscatto (6 anni di laurea e 4 di specializzazione), che di colpo si vedono allungare il momento della
pensione di un decennio.
E che dire poi della strenua lotta fatta da Brunetta per i pensionamenti d'ufficio con 40 anni (di contribuzione e non di servizio effettivo). Oggi quella norma è di fatto cancellata, ma nel frattempo è stata licenziata gente che non voleva andar via e fiumi di inchiostro sono scorsi da parte del legislatore e dei giudici per accontentare Brunetta Siamo di fronte ad una classe politica che produce norme schizofreniche, contraddittorie, vessatorie, distruttive delle nostre (ma non delle loro) vite e soprattutto di quelle dei nostri figli, che con questa ulteriore norma non entreranno mai nel già impossibile mondo del lavoro e quand'anche ci riuscissero (non si sa bene a quanti anni) non andranno mai in pensione o se riusciranno ad andarci potranno contare su un misero 35% del loro ultimo stipendio e nessuna pensione integrativa.
Siamo proprio sicuri che non si può fare niente di meglio?
Ultimissima di Fedir
PENSIONI: CRITICITA' E DISCRIMINAZIONI PER I DIRIGENTI DELLE FUNZIONI LOCALI
Ancora una volta il governo con la legge di bilancio 2024 è intervenuto sulla tormentata materia pensionistica sotto molteplici aspetti ed in danno dei lavoratori anziani come di quelli giovani rimodulando al ribasso i rendimenti pensionistici tanto degli uni quanto degli altri e allungando i tempi di permanenza in servizio attraverso l'anticipato ripristino della speranza di vita, l'allungamento di finestre e la riduzione degli assegni pensionistici nel caso dei pensionamenti anticipati.
Particolarmente penalizzanti sono state le nuove norme per noi iscritti alla CPDEL che si sommano alle gia numerose discriminazioni in tema di posticipazione dei tempi di pagamento della liquidazione (che INPS ancora non risolve nonostante due sentenze ammonitrici della Corte Costituzionale) e di disparità fiscali del welfare.
Di tutto ciò e delle iniziative anche giudiziarie da mettere in campo si parlerà nel convegno dal titolo
LA PREVIDENZA E LA FISCALITÀ DEI DIPENDENTI PUBBLICI DOPO LA LEGGE DI BILANCIO. CRITICITÀ E DISCRIMINAZIONI
che si terrà
GIOVEDÌ 28 MARZO 2024
ORE 9.00 - 17.00
PRESSO IL NOBILE COLLEGIO CHIMICO FARMACEUTICO