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Ultimissima di Fedir

PENSIONI: CRITICITA' E DISCRIMINAZIONI PER I DIRIGENTI DELLE FUNZIONI LOCALI

Ancora una volta il governo con la legge di bilancio 2024  è intervenuto sulla tormentata materia pensionistica sotto molteplici aspetti ed in danno dei lavoratori anziani come di quelli giovani rimodulando al ribasso i rendimenti pensionistici tanto degli uni quanto degli altri e allungando i tempi di permanenza in servizio attraverso l'anticipato ripristino della speranza di vita, l'allungamento di finestre e la riduzione degli assegni pensionistici nel caso dei pensionamenti anticipati.
Particolarmente penalizzanti sono state le nuove norme per noi iscritti alla CPDEL che si sommano alle gia numerose discriminazioni in tema di posticipazione dei tempi di pagamento della liquidazione (che INPS ancora non risolve nonostante due sentenze ammonitrici della Corte Costituzionale) e di disparità fiscali del welfare.
Di tutto ciò e delle iniziative anche giudiziarie da mettere in campo si parlerà nel convegno dal titolo 
LA PREVIDENZA E LA FISCALITÀ DEI DIPENDENTI PUBBLICI DOPO LA LEGGE DI BILANCIO. CRITICITÀ E DISCRIMINAZIONI
che si terrà  
GIOVEDÌ 28 MARZO 2024 
ORE 9.00 - 17.00 
PRESSO IL NOBILE COLLEGIO CHIMICO FARMACEUTICO 
VIA IN MIRANDA 10 ROMA
 
Scarica qui la locandina dell'evento  

Riportiamo  l'articolo pubblicato da Quotidiano Sanità il 14 aprile sulla posizione di Fedir Sanità rispetto al taglio delle ASL:

quotidianosanita.it

Riduzione Asl. Travia (Fedir): “Il problema non è il loro numero ma la qualità delle loro direzioni”

Per il segretario nazionale di Fedir sanità il nodo da affrontare è appunto l'affidamento delle direzioni generali, da parte della politica, a persone spesso non qualificate. "Basta spot, buttiamo fuori dalla gestione delle Asl gli uomini di fiducia incapaci ed arroganti. I problemi troverebbero così la loro naturale soluzione".

 

14 APR - “Abbiamo sentito con sconcerto le dichiarazioni di Renzi di questi giorni sul presunto scandalo legato al fatto che le Regioni hanno troppe Asl(alcun ben 22), il che costituirebbe un costo improprio per l’elevato numero delle poltrone”. Così il segretario nazionale di Fedir Sanità, Antonio Travia, risponde alleparole del premier Matteo Renzi il quale – nel corso di una conferenza stampa nell’ultimo Consiglio dei ministri aveva parlato dei risparmi ottenibili da una riduzione del numero delle Asl. Il sindacato della dirigenza amministrativa, tecnica e gestionale del Ssn, scrive sia al premier che al ministro della Salute,Beatrice Lorenzin.

Quest’ultima, a parere di Fedir, ha fatto una analisi molto più seria che il sindacato condivide in pieno: non è infatti tagliando a prescindere il numero delle Asl che si risparmia quanto migliorando la gestione delle Aziende Sanitarie. Tornando alle parole di Renzi Travia aggiunge: “Come sindacato rappresentativo della dirigenza amministrativa del Servizio Sanitario Nazionale restiamo davvero attoniti davanti a tali generiche nonché populistiche affermazioni e condividiamo appieno quanto per fortuna dichiarato dal Ministro Lorenzin, che ancora una volta dato prova di competenza e concretezza sulla questione anche del costo delle siringhe. Laddove non risulti a codesta Presidenza, le Regioni con più elevato numero di ASL sono esattamente quelle (Lombardia, Veneto) in cui si effettua, comprovatamente, la migliore sanità. La peggiore sanità si riscontra invece proprio in quelle Regioni (Lazio, Campania, Calabria) che da tempi remoti (il Lazio fin dal 1994) ha ritenuto più confacente un azzonamento basato su ASL a dimensionamento territoriale corrispondente alla Provincia. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e non hanno bisogno di essere raccontati”.


L’esempio concreto, continua Travia, “è la mega Città della Salute di Torino (tre grandi ex Aziende Ospedaliere di altissima specialità ed 11.000 dipendenti da gestire). Ebbene: a tre anni di distanza la macchina organizzativa è ormai alla paralisi. La gestione unitaria del personale è ben lungi dall'essere realizzata (ad esempio ancora non c’è un unico contratto integrativo del personale ed i fondi contrattuali sono distinti con tutto ciò che ne consegue) ed il sistema degli approvvigionamenti è nel caos (solo per censire e valutare/coordinare i fabbisogni di ciascun servizio occorrono mesi ed ad oggi le gare sono, necessariamente, per la maggior parte in proroga anche grazie agli effetti nefasti della folle avventura di Cota che per due anni ha inseguito il sogno di trasformare le ASL in società di diritto privato)”.

Per Fedir Sanità è ormai comprovato che le organizzazioni sanitarie con oltre 3.000 dipendenti sono inefficienti e ciò a ragione della complessità della materia prima prodotta: salute e non certo tondini di ferro. “Come si giustifica – continua Travia - la scellerata riforma del governatore Rossi che ha portato le Asl Toscane da 12 (non 22) a sole 3 Asl tagliando in tre la Toscana? Diecimila dipendenti da gestire, mega appalti (il malaffare si sfrega le mani) da mettere in piedi e centinaia di chilometri da governare. La fallimentare esperienza delle Estav non è evidentemente stata di lezione e certamente le briciole di risparmio che deriveranno dalle poltrone che saltano non potranno mai compensare gli sprechi dell' inefficienza dei servizi verso cui si andrà. Salvo decentrare talmente tanto da creare di fatto tante mini Asl dentro la grande Asl (Asur Marche docet). Ma allora di che parliamo? Ed invece codesta Presidenza cavalca il mito dell’accorpamento. I contribuenti sarebbero ben felici di pagare anche molto più del certamente non lauto stipendio di 130.000 euro circa a direttori generali qualificati, competenti ed onesti che gestiscono le Asl con l'umiltà e la concretezza del buon padre di famiglia. Invece sono costretti a pagare direzioni generalmente incompetenti e troppo spesso disoneste, messe sulle poltrone da una politica inqualificabile ed in grado solo di distruggere quanto di buono ancora miracolosamente cammina sulle gambe di quella residua dirigenza strutturata (per intenderci i vincitori di pubblici concorsi che finora hanno avuto la schiena dritta davanti all'arroganza degli uomini di fiducia e che per questo dovranno essere spazzati via dalla riforma Madia) che nulla ha a che vedere e vuole avere a che vedere con la fiducia elargita dalla dirigenza politica, in grado di creare "fenomeni" dal nulla sol perché fiduciari.

"Basta allora – conclude Travia - con spot di ogni tipo e facciamo l'unica cosa che c’è da fare: buttiamo fuori dalla gestione delle Asl gli uomini di fiducia incapaci ed arroganti, lasciamo lavorare solo i capaci ed onesti e valutiamo correttamente le persone per quello che sono. I problemi (costi standard, appropriatezza delle cure, sprechi ed inefficienze) troverebbero la loro giusta e naturale soluzione senza dover creare elefanti burocratici che di certo non servono ai poveri ammalati”.  

14 aprile 2015
© Riproduzione riservata

 

 

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