Il principio della rotazione deve essere un obiettivo effettivo, documentabile e verificabile delle aziende sanitarie; è quanto ha ribadito Anac intervenendo con un atto di raccomandazione rispetto al caso posto da un'azienda sanitaria che ha intenzione di introdurre la misura della rotazione ordinaria degli incarichi.

La rotazione è una misura che non deve assumere carattere emergenziale o valenza punitiva, ma da utilizzare come strumento ordinario di organizzazione e impiego ottimale delle risorse umane, con lo scopo di limitare il consolidarsi di relazioni che possono favorire dinamiche improprie dovute alla permanenza nel tempo di taluni dipendenti nel medesimo ruolo o funzione; l'attuazione di tale misura deve contemperare l'esigenza della rotazione degli incarichi con quella del mantenimento dei livelli di competenze.

Con questo atto, Anac intende fornire indicazioni utili all'azienda sanitaria nell'implementare il Piano anticorruzione (Ptpct) aziendale di prossima adozione, nei tempi e nei modi che rendano praticabile tale misura nell'organizzazione sanitaria, richiamando in proposito le indicazioni contenute nella parte dedicata alle aziende sanitarie del Piano nazionale anticorruzione (Pna) 2016.

Per mettere in atto questa misura, spiega Anac, occorre prima di tutto mappare gli incarichi/funzioni apicali più sensibili, ad esempio quelli relativi agli acquisti, ai rapporti con il privato accreditato, convenzioni/autorizzazioni, partendo dall'individuazione delle funzioni fungibili.

Nello specifico, con riferimento al personale medico, inquadrato nel ruolo dirigente, le posizioni di maggiore criticità potrebbero essere quelle relative alla direzione di unità operative complesse, a valenza dipartimentale e dipartimenti. Per le posizioni di Capo dipartimento, che deve essere conferito ad un dirigente di unità operative complesse (Uuc) tra quelli afferenti al dipartimento, è possibile ritenere che tutti i dirigenti di quel dipartimento siano potenzialmente suscettibili di ricoprire a rotazione l'incarico; altra ipotesi, prosegue Anac, potrebbe essere quella di una rotazione a livello dei dipartimenti di uno stesso territorio, ad esempio provinciale.

Nel caso ci siano più presidi, i Direttori di distretto e i Direttori medici di presidio, svolgendo funzioni più gestionali e meno clinico-assistenziali, potrebbero essere assoggettabili al processo di rotazione.

Per alcune professioni sanitarie, ad esempio i farmacisti e le professioni infermieristiche, rappresentando gli stessi un anello determinante nella catena del processo decisionale rispetto all'introduzione di farmaci e di dispositivi medici, l'applicazione del principio della rotazione è opportuno e presenta margini di possibile applicazione.

Conclude Anac affermando che la rotazione deve includere anche il personale non dirigenziale dell'area amministrativa, specie se preposto ad attività afferenti alle aree maggiormente esposte al rischio di corruzione.

di Manuela Andini dal Sole 24 Ore Enti Locali

5 Novembre 2021