Come tutti sappiamo l’unico modo per uscire dall’incubo di questo 2020 è la vaccinazione a tappeto. Ma, come tutti temiamo, l’operazione sarà lunga, complessa e fortemente a rischio nella sua parte organizzativa. Vaccinare milioni di italiani – non tutti i 60 milioni, come è stato improvvidamente detto – comporterà una organizzazione logistica e sanitaria che purtroppo non fa sperare per il meglio visti anche i momenti di forte criticità che si sono presentati nei mesi passati. A prescindere dall’approvvigionamento e stoccaggio delle necessarie dosi di vaccino – problema già di per sé enorme – si deve anche pensare a chi lo somministrerà a così tanti cittadini. Come è già stato segnalato su questo sito, lo scorso 11 dicembre il Commissario Arcuri ha emesso un bando per formalizzare un accordo quadro con cinque agenzie di lavoro in somministrazione (ApL) che dovranno fornire 3.000 medici e 12.000 infermieri e assistenti sanitari che opereranno in cinque ambiti territoriali per un complessivo numero a regime di 1.500 postazioni. In termini tecnici si tratta di una “procedura aperta di massima urgenza per la conclusione di un accordo quadro”. Quest’ultimo avrà durata pari a 9 mesi, a decorrere dalla sottoscrizione dell’Accordo, rinnovabili in caso di necessità connesse al Piano Vaccini.
La realizzazione del Piano Vaccini necessitava di personale dedicato perché gli organici di medici e infermieri dipendenti delle aziende sanitarie sono già carenti e loro sono stressati da 10 mesi di superlavoro. La scelta effettuata dal Governo è stata quella di ricorrere a lavoratori somministrati e non, come previsto in tutti i decreti legge da marzo in poi, ad operatori reclutati con contratto d‘opera o co.co.co. La somministrazione è a tempo determinato in quanto nel pubblico impiego è vietata quella a tempo indeterminato. Questa scelta già si presta ad alcune riflessioni. Innanzitutto viene smentito che i medici non si possono reclutare con la somministrazione, ipotesi che io sostengo da più di un anno ma che non ha trovato accoglienza nel Ccnl del 19.12.2019 che ignora questa forma di lavoro flessibile. La seconda osservazione riguarda il costo complessivo che, come qualcuno ha sottolineato, è decisamente maggiore rispetto ad altre fattispecie di assunzione, compresa quella “di ruolo”. Il bando ha un valore complessivo di 534 milioni, di cui 25,442 milioni costituiscono il margine di agenzia pari al 5% del costo del servizio; l’utile netto per le agenzie sarà di 19,844 mln. Il costo del servizio è di 508,842 ml, suddiviso in 176.526.000 per i medici e 332.316.000 per infermieri e assistenti sanitari
Le domande dovranno essere inoltrate entro il 28 dicembre prossimo, dopo di che le ApL vincitrici dovranno formare velocemente in Fad il personale e metterlo a disposizioni dei “soggetti utilizzatori”, cioè delle aziende sanitarie territoriali. Si presume che alla partenza del Piano Vaccini – se sarà davvero ai primi di gennaio - si potrà contare solo sui dipendenti delle Asl perché la tempistica per avere fisicamente a disposizione gli interinali non è certamente breve. I 15.000 sanitari lavoreranno in questi cinque ambiti territoriali che hanno una aggregazione piuttosto singolare: ad esempio la mia Toscana è insieme alla Sicilia, all’Abruzzo e alla Provincia Autonoma di Bolzano, con una apparentemente incomprensibile composizione dell’ambito. Dal bando si ricava che è stato in pratica seguito il criterio per la formazione dei gironi dei campionati del mondo di calcio prevedendo come teste di serie le regioni più popolose e aggregandole con un criterio a scalare.
Non esistono particolari vincoli per i sanitari che possono fare domanda: saranno ammessi gli stranieri, i pensionati e l’unico requisito richiesto a tutti è quello dell’iscrizione al rispettivo albo professionale. I medici, in particolare, possono essere anche neo laureati e, credibilmente, saranno solo loro perché gli specializzandi non si candideranno in quanto il loro contratto di formazione prevede l’incompatibilità con qualsiasi altra attività lavorativa; tra l’altro le questioni che coinvolgono gli specializzandi nel Piano Vaccini sono in questi giorni al centro di feroci polemiche. Non si può dire oggi se 1.500 operatori saranno sufficienti perché molto dipenderà dall’afflusso e dall’organizzazione ma, comunque, un rapido conteggio dovrebbe portare ad un numero di soggetti da vaccinare per ciascun operatore pari a circa 6.000 (considerato il richiamo).
Fin qui tutto bene; ma alcune problematiche sono evidenti. Innanzitutto è stabilito nel bando che «il trattamento retributivo applicato al personale sarà quello previsto dai rispettivi Contratti collettivi nazionali di settore per i dipendenti del Servizio sanitario nazionale». E questo mi sembra un problema pregiudiziale di notevole portata, atteso che viene previsto un compenso senza tenere in alcun conto che il contratto citato ha per destinatari i "dirigenti" medici che sono obbligatoriamente specializzati. Strettamente connesso a ciò, non si può non rilevare che gli importi indicati nel bando lasciano molti dubbi. Per i medici viene indicato l’importo mensile per 13 mensilità di 6.538 euro e, scomponendo tale importo secondo i valori contenuti nel Ccnl, si deve ritenere che nel costo saranno conteggiate anche l’indennità di esclusività e quella di specificità medica: siamo proprio sicuri che a semplici laureati spettino questi emolumenti? La verifica è agevole: stipendio tabellare (45.260), indennità di esclusività (3.199), indennità di specificità medica (8.476), retribuzione di posizione minima (1.500) portano a 6.139 euro, cifra molto vicina a quella del bando nella quale è probabile che sia prevista anche una quota di accessorio. Ma anche per gli infermieri la cifra di 3.077 euro contenuta nella tabella 2 non torna perché è molto più alta di quanto preveda il contratto collettivo del 21.5.2018. Anche in questo caso è possibile che sia stata considerata una quota di salario accessorio ma da 2.477 a 3.077 la differenza è notevole.
Alcuni aspetti delle prescrizioni del bando sono interessanti:
• l’ApL seleziona il personale, nell’ambito delle risorse i cui CV e questionari sono stati inviati dal Commissario straordinario. A tal punto l’ApL verifica anche l’idoneità della risorsa, la veridicità delle dichiarazioni rese da questa ultima in sede di iscrizione e la disponibilità all’assunzione;
•la formazione del personale sarà organizzata ed erogata da parte dell’Istituto superiore di sanità appositi corsi in modalità Fad, riconosciuti anche ai fini Ecm;
• l’eventuale azione disciplinare nei confronti dei lavoratori somministrati verrà esercitata dalle ApL, anche su segnalazione del Soggetto Utilizzatore.
È di tutta evidenza che i primi due punti comporteranno lunghi tempi di realizzazione e percorsi complessi, senza contare che, come per ogni gara europea disciplinata dal Codice degli appalti, le procedure sono terribilmente complicate – basti pensare ai requisiti di partecipazione e ai criteri di aggiudicazione – e sempre a forte rischio di contenzioso. Per cui c’è solo da augurarsi che il Piano possa partire secondo le previsioni del Governo.

di Stefano Simonetti dal Sole 24 Ore - Sanità

21 Dicembre 2020