Il 2020 è stato l'anno dei lavoratori pubblici in smart working, delle nuove regole sui concorsi, del lancio di successo dell'app IO, del boom di Spid, della semplificazione per gli acquisti di tecnologia nella Pa, ma anche quello dalla débacle del click day Inps e del bonus bici, dei ritardi nell'erogazione della cassa integrazione, dell'evidenza delle carenze storiche nelle competenze della Pubblica amministrazione che - tutto sommato - ha resistito alla crisi Covid, ma ora va necessariamente potenziata per guidare la ripresa.
É il quadro che emerge dalla sesta edizione del rapporto annuale di Forum Pa,, presentato oggi, che analizza i fenomeni dell'anno concluso e gli scenari futuri della Pubblica amministrazione. Scenari futuri che, anche per l'impegno previsto nel Next Generation Ue, vedono la Pa chiamata a svolgere un ruolo centrale che richiede meno burocrazia, nuovo personale e una forte trasformazione digitale.
Intanto il rapporto ci dice che i dipendenti pubblici italiani sono 3,2 milioni, con un'età media di 50,7 anni, di cui il 16,9% over 60. Il numero di pensionati sta per raggiungere quello degli impiegati: al 1° gennaio 2020 erano circa 3 milioni e destinati a salire, con 540.000 dipendenti pubblici che avevano compiuto 62 anni e 198mila che avevano maturato oltre 38 anni di anzianità.
Il 2020 è stato l'anno dello smart working dei dipendenti pubblici, per la maggioranza un'esperienza completamente nuova: nel sondaggio Fpa di maggio 2020 per l'87,7% di loro è stata la prima volta. Ma il bilancio è positivo: l'88% dei dipendenti ha giudicato l'esperienza di successo, il 69,5% ha potuto organizzare e programmare meglio il lavoro e il 34,9% ha lavorato in un clima di maggior fiducia e responsabilizzazione. Inoltre, lavorare da casa non ha significato smettere di essere produttivi: per il 41,3% dei dipendenti Pa, l'efficacia lavorativa è migliorata.
Dati questi accolti con entusiasmo dal ministro per la Pubblica amministrazione Fabiana Dadone che si è detta orgogliosa del risultato sottolineando il fatto che «Siamo stati i primi al mondo a utilizzare questa modalità di lavoro con percentuali inimmaginabili pochi giorni prima», come si legge in un suo post su facebook.
Sulle competenze della Pa è ormai chiara la necessità di una visione strategica di lungo periodo. In 10 anni la spesa in formazione si è quasi dimezzata, -41%. Dal 2008 al 2018 si è passati da 262 a 154 milioni di euro di investimento, 48 euro per ciascun dipendente, offrendo una media di 1,02 giorni di formazione l'anno a persona.
Le pubbliche amministrazioni hanno affrontato l'anno della pandemia con importanti ritardi nell'attuazione delle azioni previste dal Piano Triennale per l'informatica. Ma l'emergenza è stata un forte elemento di crescita digitale. Da gennaio a dicembre 2020 le identità digitali Spid sono passate da 5,4 milioni a 14,1 milioni, le transazioni su PagoPA da 81,7 milioni a oltre 165 milioni, i Comuni nell'Anpr da 5.310 a più di 7.000, con 54,6 milioni di cittadini presenti in anagrafe unica. L'app IO per l'accesso ai servizi pubblici digitali, rilasciata ad aprile, ha raggiunto 9 milioni di download. I responsabili per la transizione digitale sono aumentati dai 5.432 di gennaio ai 6.183 di novembre. Un'accelerazione registrata anche dai cittadini: da un'indagine Fpa il 57% vede una Pa "più digitale", per poter accedere ai servizi in modo più facile e veloce.
Il rapporto si sofferma anche sul Procurement pubblico. Per gli acquisti pubblici, il 2020 risente dell'emergenza, anche se in modo lieve, ma emerge la necessità di un cambiamento oltre le norme. Dai dati Consip (relativi alle sole operazioni oltre la soglia Comunitaria), si evidenzia il lieve calo nel numero di gare bandite nel 2020 (83, contro le 97 del 2019), mentre quelle aggiudicate (89) confermano i valori degli ultimi due anni. Gli importi complessivi sono di 7,4 miliardi per le gare bandite (12,6 nel 2019) e 9,7 miliardi per le aggiudicate (rispetto a 7,2 dell'anno prima). Sulla normativa, il 2020 avrebbe dovuto dar vita al percorso di riforma avviato nel 2018, ma la pandemia ha alterato piani e programmi: alcuni iter legislativi sono stati sospesi, mentre sono stati avviati percorsi straordinari che, hanno consentito sperimentazioni nelle pratiche di public procurement.
di Daniela Casciola dal Sole 24 Ore Enti Locali
29 Gennaio 2021