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Ultimissima di Fedir

PENSIONI: CRITICITA' E DISCRIMINAZIONI PER I DIRIGENTI DELLE FUNZIONI LOCALI

Ancora una volta il governo con la legge di bilancio 2024  è intervenuto sulla tormentata materia pensionistica sotto molteplici aspetti ed in danno dei lavoratori anziani come di quelli giovani rimodulando al ribasso i rendimenti pensionistici tanto degli uni quanto degli altri e allungando i tempi di permanenza in servizio attraverso l'anticipato ripristino della speranza di vita, l'allungamento di finestre e la riduzione degli assegni pensionistici nel caso dei pensionamenti anticipati.
Particolarmente penalizzanti sono state le nuove norme per noi iscritti alla CPDEL che si sommano alle gia numerose discriminazioni in tema di posticipazione dei tempi di pagamento della liquidazione (che INPS ancora non risolve nonostante due sentenze ammonitrici della Corte Costituzionale) e di disparità fiscali del welfare.
Di tutto ciò e delle iniziative anche giudiziarie da mettere in campo si parlerà nel convegno dal titolo 
LA PREVIDENZA E LA FISCALITÀ DEI DIPENDENTI PUBBLICI DOPO LA LEGGE DI BILANCIO. CRITICITÀ E DISCRIMINAZIONI
che si terrà  
GIOVEDÌ 28 MARZO 2024 
ORE 9.00 - 17.00 
PRESSO IL NOBILE COLLEGIO CHIMICO FARMACEUTICO 
VIA IN MIRANDA 10 ROMA
 
Scarica qui la locandina dell'evento  

Il rischio di frodi e corruzione è proporzionale ai flussi di risorse che animano la finanza pubblica. La Corte dei conti conosce bene questa regola, e ha voluto tradurla in una cifra venerdì, nell’inaugurazione dell’anno giudiziario. 

Il numero chiave è 1.173: sono le sentenze contabili per frode che hanno cadenzato gli ultimi dieci anni di attività della Corte, e che hanno determinato condanne erariali per 730 milioni di euro. Il valore delle condanne, per la fisiologia del procedimento contabile e per i diversi istituti deflattivi che intervengono, rappresenta sempre una frazione dei danni erariali contestati, che infatti fra 2011 e 2020 arrivano a 1,2 miliardi di euro. E a loro volta le contestazioni inquadrano solo una parte del problema, perché non tutti gli sprechi sono frodi, e non tutte le frodi riescono a essere marcate con l’etichetta del danno erariale che ha bisogno del dolo o della colpa grave provata per tabulas. 

Su questi presupposti, l’allarme lanciato dal presidente della Corte Guido Carlino sul «rischio che molti, per motivi criminosi, possano trarre vantaggio dalla pandemia» è una conseguenza inevitabile. Inevitabile ma non generica. 

Davanti al presidente del Consiglio Mario Draghi, alla sua prima uscita pubblica dopo la fiducia larga ottenuta alle Camere, sia Carlino sia il Procuratore generale Angelo Canale hanno voluto infatti muovere un attacco specifico alle regole emergenziali che hanno provato a tagliare le unghie alla Corte. Il punto dolente continua a essere rappresentato dall’articolo 21 del decreto Semplificazioni, che ha limitato (fino al 31 dicembre 2021) il danno erariale ai casi di dolo, una ristretta minoranza, con la sola eccezione delle vicende in cui a colpire la finanza pubblica sia «l’omissione o l’inerzia del soggetto agente». 

La regola, che ha rappresentato il punto più critico nei rapporti sempre piuttosto altalenanti fra la magistratura contabile e il governo Conte-2, nasce con l’obiettivo di accelerare i procedimenti chiamati a tradurre in pratica i progetti di investimento pubblico. 

In quest’ottica lo stop alla responsabilità erariale cancellerebbe la «paura della firma» che paralizzerebbe i funzionari pubblici alle prese con il dedalo normativo sui contratti pubblici. Per la Corte l’analisi è sbagliata. 

Perchè «ritardi, omissioni e inefficienze sono indubitabili», spiega Canale, ma «è dubbio che sia la paura della firma recata dal rischio di incorrere in responsabilità erariale a rallentare l’azione amministrativa. I freni, piuttosto, andrebbero cercati fra «altre più oggettive cause» fra cui «l’ipertrofia normativa, la frammentazione e la sovrapposizione delle competenze, la tortuosità dei processi decisionali». Sintesi: se dirigenti e funzionari fermano la penna vinti dall’incertezza di fronte al labirinto di regole e procedure, la soluzione è nel cambio di regole e non nella depenalizzazione degli errori. Anche perché, aggiunge Carlino, la ripresa sperata con il Recovery può arrivare «solo in presenza di trasparenza, legalità finanziaria e controlli che garantiscano la realizzazione dei programmi finanziati». 

È un’ottica, quella proposta dalla Corte, che appare vicina alle considerazioni sul binomio legalità-semplificazioni proposto alla Camera da Draghi. Che infatti ieri, di fronte ai magistrati, non si è lanciato in una difesa calda di quell’articolo 21 che tanto agita la Corte. 

 di Gianni Trovati dal Sole 24 Ore Enti Locali

22 Febbraio 2021

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