È stata approvata a dicembre 2019, nel corso dell’Assemblea Nazionale del Dipartimento Segretari comunali e provinciali di Fedir, la Carta Etica, un codice deontologico autodeterminato dei segretari comunali e provinciali aderenti a FEDIR.
Il documento, scaricabile da questo link, si compone di 3 parti.
La prima è dedicata al Dipartimento, che in ogni sua attività, attraverso i propri organi o coloro che chi vi sono deputati, secondo la carica sociale, assume il formale impegno a rispettare alcune elementari ma basilari regole di comportamento.
La seconda e la terza parte invece si occupano rispettivamente degli impegni etici e morali individuali e di quelli relativi alla vita lavorativa e privata dei segretari comunali iscritti a Fedir.
Si tratta di semplici regole di comportamento ma anche di impegni effettivi, morali e reali, che si ritiene importante ufficializzare e rendere pubblici. Si vuole infatti marcare che ciò che unisce i segretari aderenti a Fedir è un’idea, un progetto, una solida costruzione che transita dall’ostensione di valori, ben presenti nel servizio e nel ruolo di una funzione posta al servizio della Nazione da oltre un secolo. |
Il suo bisogno nasce dal bisogno. Troppo frequentemente dopo il 1997, luoghi comuni e grida del momento hanno confuso tutto, mestiere e ragioni, in un crescendo che del segretario comunale ha fatto infine ogni cosa, mescolando e scombussolando, fasciando e sfasciando, ma anche dividendo, isolando, lacerando, in silenzio, segretari, servizio, valori, al punto di far apparire dei Segretari Comunali ben altro di quello per il quale sono stati (e sono) previsti dall’ordinamento.
La Carta Etica dei Segretari Comunali aderenti a Fedir richiama e ricorda a tutti gli iscritti i valori che sottendono la mission istituzionale del ruolo, e rappresenta l’impronta di un Sindacato per il quale essere al servizio della categoria, e agire in modo compatto per la sua difesa, non transita solamente da azioni collettive o che promanano dagli organi sociali, ma anche dall’attività dei singoli iscritti che devono contraddistinguere quotidianamente un modo di agire.
Scrivere ed adottare una Carta Etica dei Segretari Comunali e provinciali non è un semplice dotarsi di un decalogo di regole da rispettare, o aver risolto le contraddizioni della travagliata storia che vive da anni la categoria, ma significa alzare ulteriormente e consapevolmente il livello della responsabilità del ruolo, è un riferimento esemplare, è un simbolo essenziale per incoraggiarsi e non smarrirsi, facendo vedere di un lavoro spesso invisibile, ovvero dando evidenza e dimensione al fare e all’agire denso, ipermutevole, multidisciplinare e plurifronte di chi opera ogni giorno, con quel compito.
Una Carta Etica non può cambiare tutto, ma aiuta a riconoscersi nel bisogno di un ambiente sanificato dalle diffidenze e dalle indifferenze, affermando la decisa quanto non comoda volontà di fare il primo passo e non attenderlo.
E, far ciò, sia perseverando nel rispetto della legge, degli altri ruoli istituzionali con i quali si opera nell’interesse pubblico e della collettività degli amministrati, dei Segretari Comunali e di tutti coloro che conoscono e vivono, con essi, a lavoro e fuori, l’infinità, le complessità e le difficoltà di un mestiere difficile; sia favorendo un contesto in cui far convivere regole, dignità, spirito di servizio e l’orgoglio di essere e di fare con correttezza e concretezza al servizio delle Istituzioni.