Pubblichiamo un articolo del Sole 24 Ore Enti Locali in merito alla riforma della Corte dei Conti sulla responsabilità erariale.
Fedir si augura vivamente che la riforma arrivi in porto perché contiene una norma fondamentale che Fedir da tempo sta chiedendo (anche attraverso emendamenti ai dl discussi in Parlamento) per arginare il fenomeno dell’amministrazione difensiva e cioè (in analogia a quanto dispone la legge Gelli/Bianco per il personale sanitario) la limitazione del danno a due annualità di stipendio. Fedir è stata la prima a parlare e divulgare il concetto di amministrazione difensiva (cd paura della firma) perché il SSN è il più esposto da un punto di vista del rischio professionale a tutti i livelli (sanitario e tecnico amministrativo tant’è che incontriamo ogni anno maggiori difficoltà a dare copertura assicurativa ragionevole anche ai dirigenti PTA). Finalmente la problematica è entrata nel sentire comune ed una riforma del genere abbatterebbe di molto i rischi e quindi anche le polizze professionali.
Accelera la riforma della Corte dei conti Aperture da opposizione e magistrati
di Gianni Trovati
ROMA La riforma della Corte dei conti accelera. E incontra aperture sia dall'opposizione sia all'interno della magistratura contabile. Il veicolo su cui corre è il disegno di legge presentato da Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera e primo firmatario della proposta in discussione alle commissioni Affari costituzionali e Giustizia di Montecitorio. L'obiettivo è di arrivare entro l'anno all'approvazione a Montecitorio, anche per motivare una proroga limitata dello scudo erariale con cui dar tempo alla riforma di arrivare al traguardo Il quadro resta complesso, arricchito da parecchie variabili destinate ad animare presto il dibattito politico. La proposta prova a ripensare a fondo il funzionamento della magistratura contabile, puntando tutto sulla funzione preventiva e consultiva e limitando la giurisdizionale, cioè quella che si attiva con la contestazione di danno erariale e la richiesta di risarcimento. Per farlo, il progetto allarga il raggio d'azione del controllo preventivo della Corte, estende la possibilità di chiedere pareri ex ante per gli investimenti Pnrr di valore superiore a un milione di euro ed esclude a priori il rischio di danno erariale per gli atti che hanno ottenuto il bollino. Per chi incappa nella colpa grave si ipotizza un tetto alla condanna, pari a due anni di stipendio, mentre per la tutela dei funzionari si chiede un'assicurazione obbligatoria ma anche un meccanismo più certo di risarcimento integrale delle spese sostenute da chi poi viene assolto. Nei mesi scorsi il deposito del Ddl aveva acceso la narrazione di uno scontro fra il Governo e la magistratura contabile. Ma il panorama è più articolato. Ed è stato inciso dalla sentenza 132 della Corte costituzionale, che si è occupata dello "scudo erariale": si tratta dell'ombrello temporaneo, introdotto dal Governo Conte-2 nel 2020 e poi prorogato dagli Esecutivi Draghi e Meloni fino al 31 dicembre prossimo, che per combattere la «paura della firma», o meglio la burocrazia difensiva, limita le ipotesi di danno erariale al dolo e alla grave inerzia escludendo la colpa grave. Sul punto la Consulta ha detto tre cose cruciali: lo scudo è legittimo solo perché temporaneo, una sua conferma a regime «non è immaginabile» perché «non sarebbero scoraggiati» nemmeno «i comportamenti macroscopicamente negligenti», ma con la sua scomparsa non può tornare alla situazione precedente perché «il fenomeno della "burocrazia difensiva" sarebbe destinato a riespandersi»: effetto non trascurabile, soprattutto negli anni chiave per la spesa del Pnrr. Di qui l'urgenza della riforma, ieri al centro di un convegno al Senato che oltre alla benedizione governativa ad opera del sottosegretario alla presidenza Alfredo Mantovano ha registrato la doppia apertura di cui si diceva all'inizio: dall'opposizione, che ha sottolineato la necessità di aprire il confronto (Lorenzo Guerini, Pd) e la richiesta di accelerare (Maria Elena Boschi; Iv). E dalla stessa Corte dei conti, che con il presidente aggiunto Tommaso Miele promuove l'idea di «valorizzare la funzione consultiva» perché «la buona amministrazione oggi richiede una Corte che sia un volano e non un freno». Il dibattito interno alla magistratura resta vivace, ma sul tavolo ci sono anche numeri pesanti sull'efficacia dell'assetto attuale: i 7mila processi contabili attivati negli ultimi cinque anni si sono conclusi nel 50% dei casi con un'assoluzione, e dei 3 miliardi di euro complessivi chiesti dalla sentenze di condanna è stato effettivamente incassato meno del 10%. Cifre che confermano che qualcosa non va.