IL NUOVO GOVERNO E I SINDACATI - IL SEGRETARIO GENERALE AGGIUNTO FEDIRETS - ELISA PETRONE - RISPONDE AL FORUM DI QS


Prosegue il forum di Quotidiano Sanità sul nuovo governo, ed ecco le nostre risposte pubblicate oggi dal Quotidiano :

 
Il nuovo governo e i sindacati. Forum con la dirigenza (2ª parte): rispondono Grasselli, Papotto, Vergallo e Petrone

Nella seconda parte del nostro Forum rispondono i leader di Fvm, Cisl Medici, Aaroi-Emac e Fedirets. Dal Patto per la Salute alla prossima legge di Bilancio. Ecco le richieste e le aspettative dei sindacati che aspettano al varco il nuovo Esecutivo.

Seconda parte del nostro Forum con i sindacati della dirigenza medica e sanitaria e tecnico amministrativa. Questa volta a rispondere sono i leader di Fvm, Cisl Medici, Aaroi-Emac e Fedirets.

Ecco cosa ci hanno risposto i quattro sindacalisti.
 
QS. Con il cambio di maggioranza nel Governo pensate vi saranno cambiamenti di linea sulla sanità rispetto al precedente esecutivo?
 
Aldo Grasselli, Presidente Fvm

Perché mai dovremmo aspettarci un cambio di direzione? I Governi che si sono succeduti negli ultimi 10 anni hanno loro emanazioni anche in questo esecutivo (al netto delle scissioni di oggi) e non hanno saputo (o voluto) incidere seriamente sui problemi più gravi che affliggono il SSN da tempo e che abbiamo sistematicamente ricordato ad ogni cambio di maggioranza. Nulla fa pensare che il nuovo ministro della salute e i suoi sottosegretari facciano il miracolo.

Rilanciare la sanità pubblica è ormai solo un modo di dire. Per farlo occorre una iniziativa radicale, che chiama in causa diverse responsabilità.
Nell'ultimo decennio la sanità pubblica ha fatto da bancomat (insieme a tutto il sistema di welfare) con tagli di oltre 37 miliardi di euro. La spesa sanitaria privata out of pocket è arrivata a 40 miliardi. Il paradigma è ancora: meno stato e più mercato?

Perché diciamo ai cittadini che possono contare sulla nostra bellissima Costituzione se l’art. 32 non è più oggettivamente negli impegni concreti di bilancio?
 
Biagio Papotto, segretario Cisl Medici
Lo pensiamo e ci crediamo.  Sulla base delle prime dichiarazioni del ministro Speranza sembrerebbe che ci possa essere finalmente quel "cambio di rotta" che la Cisl Medici ha da anni chiesto, altrimenti il livello del nostro Ssn è insostenibile. Vigileremo affinché non ci si discosti da una necessaria linea di discontinuità rispetto alla deficitaria condotta sin qui tenuta.
 
Alessandro Vergallo, presidente Aaroi-Emac
A pochi giorni dall’insediamento, è difficile esprimersi sulle linee strategiche che il nuovo Governo adotterà sulla Sanità. Dalle prime dichiarazioni rilasciate alla stampa dal neo Ministro della Salute, Roberto Speranza, emerge sostanzialmente l’intenzione di rafforzare l’universalità dell’accesso alle cure fornite dal SSN, con qualche accenno ad un potenziamento delle risorse di personale che dovranno garantirle, a fronte dell’idea, non nuova, di finanziare le maggiori risorse economiche necessarie con le maggiori entrate derivanti da una rimodulazione delle agevolazioni fiscali a favore del sistema bancario. Tuttavia, pur prendendo atto anche di altre dichiarazioni a salvaguardia della sanità pubblica, in primis quella del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel discorso tenuto in occasione della fiducia al Governo, non abbiamo ancora una sufficiente percezione che la sanità sia stata riposizionata ai primi posti dell’Agenda del nuovo Esecutivo, così come invece in qualche modo, pur con visioni anche diverse, scontratesi poi con ogni sorta di ostacoli, avevano contribuito a porla i Ministri dei due Esecutivi precedenti. Ecco perché, con gli altri Sindacati della Dirigenza Medica Ospedaliera, anche l’AAROI-EMAC ha chiesto un incontro urgente con Il Ministro Speranza a pochi giorni dal suo insediamento.
 
Elisa Petrone, Segretario generale aggiunto Fedirets
Dalle prime dichiarazioni del nuovo Esecutivo, rileviamo la volontà di ridare centralità, e quindi risorse adeguate, al SSN. Che la salute sia un bene primario e che la spesa sanitaria, in Italia peraltro inferiore alla media dei Paesi OCSE con cui ci confrontiamo, sia un investimento che porta benefici non solo alla tutela della salute ma anche alla crescita economica e produttiva del Paese, sono verità evidenti e perseguibili da una politica veramente attenta ai bisogni delle persone. Ci auguriamo che alle affermazioni di principio seguano i fatti, come non possiamo dire della precedente, seppur breve, esperienza di Governo.


Continua qui a leggere l'intervista completa pubblicata sul Quotidiano Sanità.

 

 

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