RITARDO CCNL AREA FUNZIONI LOCALI - LA RASSEGNA STAMPA COMPLETA DEGLI ARTICOLI PUBBLICATI

La nostra lettera aperta ai giornali sull'enorme ritardo che ARAN e Comitati di Settore stanno maturando nel rinnovo del nostro CCNL ha avuto ampia eco su tutti i maggiori giornali specialistici.
Anche Italia Oggi stamattina da conto della vicenda partendo dalla nostra lettera.

Di seguito l'intera carrellata degli articoli pubblicati su Quotidiano Sanità, Italia Oggi, Sole 24 Ore Enti Locali e Sole 24 ore Sanità.
Pubblicata anche su Quotidiano Napoli ( qui l'articolo ) Paese Italia ( qui l'articolo) e Messina Magazine ( qui il link dell'articolo ).

La pressione da noi esercitata ha dato i primi frutti.
Siamo in attesa di prossima convocazione da parte di ARAN per il riavvio della trattativa, nella quale non mancheremo di rappresentare quanto già chiaramente espresso nella nostra lettera (qui per scaricarla) e che ci vede assolutamente contrari all'introduzione di norme peggiorative mai trattate nei recenti rinnovi dei CCNL  della restante dirigenza ministeriale, sanitaria e scolastica.

da Quotidiano Sanità del 14.5.20 ( qui il link del giornale ):

Contratto dirigenza funzioni locali. Dopo 11 anni di attesa da Aran proposte inaccettabili

Gentile Direttore,
siamo i segretari di tre storiche Organizzazioni sindacali oggi riunite in FEDIRETS (Federazione Dirigenti e Direttivi Enti territoriali e Sanità), principale sindacato dell’Area dei dirigenti delle Funzioni locali. Rappresentiamo i circa 15.000 dirigenti pubblici, amministrativi, ingegneri tecnici, informatici, clinici, gestionali, avvocati, contabili, provveditori, economi, capi del personale, sociologi, statistici, analisti, dirigenti ambientali, comunicatori, responsabili delle polizie locali, responsabili di presidi territoriali sanitari o socio-sanitari, ecc., che si occupano della gestione delle aziende del SSN, delle agenzie per la protezione dell’ambiente (ARPA), degli Istituti zooprofilattici sperimentali (IZS), degli Istituti pubblici di assistenza e beneficenza (IPAB), delle Regioni e Province autonome, delle Province, delle Città metropolitane, dei Comuni, ivi inclusi i segretari generali, comunali e provinciali degli Enti locali.

E’ paradossale, ma siamo senza Contratto nazionale di lavoro da ben 11 anni, a differenza degli altri 3 milioni di dipendenti pubblici, ivi inclusi i 150.000 dirigenti dei Ministeri, della Scuola e Sanitari del SSN.

E’ avvilente, ma da quasi un anno abbiamo iniziato una trattativa, per il rinnovo contrattuale di un triennio già abbondantemente scaduto (2016-2018), che si sta rivelando inconcludente se non addirittura offensiva e lesiva della dignità professionale e personale della categoria che rappresentiamo. Nel corso dei mesi abbiamo presentato centinaia di proposte (219 la nostra Organizzazione senza contare quelle formulate dalle altre sigle che siedono al tavolo) e l’11 maggio scorso, dopo mesi di stallo “giustificati” dall’emergenza (mentre a livello europeo si concludono trattati delicatissimi in videoconferenza), ci è stato presentato un testo identico a quello di 6 mesi fa che non accoglie NESSUNA delle proposte di qualsiasi sigla sindacale.

E’ scandaloso dover constatare, soprattutto in questo momento storico in cui proprio la dirigenza che rappresentiamo ha dovuto affrontare, fra enormi difficoltà e nel silenzio totale,  i più cruciali aspetti gestionali dell’emergenza sanitaria e sociale (assunzione del personale per la Sanità, approvvigionamento dei DPI, allestimento dei reparti COVID, erogazione di sussidi alla popolazione, ordine pubblico, controlli di sicurezza), che i datori di lavoro di Regioni, ivi incluso il SSN, ed Enti locali, considerano le Organizzazioni sindacali come un fastidio e i dirigenti dell’Area Funzioni Locali come coloro che si mettono di traverso alla logica della mera appartenenza politica che già tanti guasti ha fin qui provocato.

E’ umiliante che i datori di lavoro non abbiano avuto alcun riguardo per l’impegno reso in questa fase di emergenza da dirigenti che in prima linea, senza orari e senza risparmio, in condizioni caotiche e di rischio professionale, in presenza o da casa, e dovendo spesso fare i conti con il vuoto o la confusione della politica e delle istituzioni centrali, hanno dovuto garantire la sicurezza e l’ordine pubblico dentro e fuori gli ambienti di lavoro, l’approvvigionamento di dispositivi di protezione introvabili, il reclutamento di professionisti irreperibili, il funzionamento di apparecchiature salvavita, la logistica e la ristrutturazione di spazi e locali in tempo reale, la quotidiana straordinaria amministrazione, ecc.

E’ offensivo che in questo contesto la preoccupazione dei datori di lavoro trasfusa nella bozza presentata l’11 maggio – priva finanche della parte economica -  sia stata solo quella rendere più facile il licenziamento, la revoca dell’incarico piuttosto che il procedimento disciplinare dei dirigenti delle funzioni tecnico amministrative di Regioni, Comuni, SSN e segretari comunali e provinciali. Solo per tale dirigenza vengono proposte norme che non hanno trovato invece alcuno spazio nei contratti dei dirigenti dei ministeri, della scuola e sanitari del SSN rinnovati nei mesi scorsi. Come se dei 15.000 dirigenti dell’Area Funzioni Locali la stragrande maggioranza fosse inetta ed incapace. O forse perché solo scomoda al politico di turno.

Siamo determinati a pretendere un CCNL che tuteli il nostro ruolo, valorizzi le capacità e le competenze presenti nei nostri dirigenti, contro ogni tentativo di precarizzare e dividere la nostra categoria.

Siamo convinti di essere una risorsa insostituibile, ancora di più di fronte alle sfide enormi che il nostro Paese ha davanti e che hanno bisogno del dirigente competente e non del dirigente aderente. Senza competenze vere ed esperienza concreta niente potrà andare bene.

Vorremmo che questo fosse un sentire comune e daremo battaglia perché ciò venga riconosciuto anche attraverso lo strumento contrattuale.

Elisa Petrone
FEDIR

Mario Sette
DIREL

Silvana De Paolis
DIRER-SIDIRSS

da Italia Oggi del 26.5.2020 ( qui il link del giornale ):

Dirigenti locali, il Ccnl è ancora al palo


di Giuseppe Alessandri

Il Ccnl dei dirigenti del comparto Funzioni locali è ancora al palo e le organizzazioni sindacali Fedir, Direr e Direr-Sidirss scrivono una lettera aperta ai giornali, rivolta all'Aran e ai comitati di settore, per stigmatizzare lo stallo. Il Ccnl dell'area dirigenza del comparto Funzioni Locali è l'ultimo rimasto ancora da sottoscrivere della tornata del triennio 2016-2018. Il ritardo è enorme ed evidente, specie se si considera che l'ultimo contratto collettivo risale al 2009, ben 11 anni fa. Le trattative sono andate estremamente a rilento, avviate praticamente solo nell'autunno del 2019, con pochissime sedute, poi interrotte dall'emergenza Covid, anche per carenze informatico-telematiche dell'Aran. In ogni caso, le organizzazioni sindacali, all'inizio della complicata contrattazione, avevano presentato circa 300 proposte di trattativa sulla piattaforma inizialmente preparata. I sindacati evidenziano che l'11 maggio scorso l'Aran, dopo aver consultato il Comitato di settore, ha presentato un testo identico a quello di 6 mesi fa che non accoglie nessuna delle proposte di qualsiasi sigla sindacale. E mantiene una serie di contenuti illegittimi, come lunghe disposizioni che riguardano assegnazione e revoca degli incarichi dirigenziali, nonostante l'articolo 40, comma 1, del dlgs 165/2001 sia chiaro nello stabilire che «sono escluse dalla contrattazione collettiva le materie afferenti alle prerogative dirigenziali ai sensi degli articoli 5, comma 2, 16 e 17, la materia del conferimento e della revoca degli incarichi dirigenziali». I sindacati sottolineano che solo per la dirigenza locale vengono proposte norme volte a facilitare i licenziamenti e gli incarichi fiduciari, che non hanno trovato invece alcuno spazio negli altri contratti dei dirigenti.

Commento Dr Oliveri :

Qualcuno si accorge che molti dei contenuti della bozza di Ccnl sono viziati per contrasto alla normativa sulle competenze della contrattazione.

 dal Sole 24 Ore Enti Locali del 25.5.20 ( qui il link del giornale ) :

  • Dirigenti locali, il pressing dei sindacati per il contratto

    di Gianluca Bertagna e Salvatore Cicala

  • Basta con le attese. Questa la parola d'ordine delle organizzazioni sindacali dell'area della dirigenza delle funzioni locali, che rappresentano i circa 15mila dirigenti amministrativi, tecnici e professionali del servizio sanitario, delle Arpa, degli Istituti zooprofilattici sperimentali, dell'ex Ipab e degli enti locali (Regioni, Province, Città metropolitane e Comuni, ivi inclusi i segretari comunali e provinciali).

    A far mandare su tutte le furie i sindacati questa volta è stata la bozza, aggiornata al 7 maggio, di articolato concernete aspetti normativi del nuovo contratto trasmessa dall'Aran lo scorso 11 maggio.

    Il documento incriminato si presenta, rispetto all'ultima bozza di novembre, più articolato nella parte comune (quella che disciplina gli aspetti trasversali del rapporto di lavoro) e arricchita di nuove sezioni finalizzate a disciplinare le specificità dei dirigenti, dei segretari comunali e provinciali e dei dirigenti amministrativi, tecnici e professionali del servizio sanitario; è però del tutto assente qualsiasi riferimento alla disciplina del trattamento economico.

    Le organizzazioni sindacali, insoddisfatte del testo inviato, si sono subito mobilitate chiedendo all'Aran di attivare, con urgenza, un confronto.

    Per la parte sindacale è inaccettabile che i lavori sul contratto del triennio 2016/2018 della dirigenza delle funzioni locali, ormai abbondantemente scaduto, sia ancora fermo ai nastri di partenza quando invece il contratto dei ministeri, della scuola e dei dirigenti sanitari del servizio sanitario non stati già sottoscritti da diversi mesi.

    Inaccettabile, sottolineano ancora i sindacati, sono i contenuti del documento. Le critiche più accese si focalizzano l'impianto regolamentare presente nella bozza che rendere più facile il licenziamento, la revoca dell'incarico e il procedimento disciplinare. Norme queste che sembrano rappresentare una prerogativa solo dei dirigenti delle funzioni locali stante la mancata previsione di analoga disciplina nei contratti delle altre aree dirigenziali già sottoscritte.

    Intanto, nel documento spuntano anche istituti nuovi quali le misure per disincentivare elevati tassi di assenza del personale che consente addirittura dei blocchi sulle retribuzioni nei casi in cui, sulla base dei dati consuntivi rilevati nell'anno successivo, non siano stati conseguiti i complessivi obiettivi di miglioramento dei tassi di assenza riferiti a tutto il personale dell'amministrazione. Infatti, in tale situazione l'ammontare complessivo delle risorse variabili di alimentazione dei fondi destinati alla retribuzione di posizione e di risultato ed ai trattamenti economici accessori, non può essere incrementato rispetto alla sua consistenza riferita all'anno precedente.


    dal Sole 24 Ore Sanità del 20.5.20 ( qui il link del giornale ) :

    • Dirigenti non sanitari, pochi ma importanti. Ma il contratto è in stand-by

      di Stefano Simonetti

    • Su questo sito l’11 maggio scorso commentavo le determinazioni assunte con la legge di conversione del decreto "Cura Italia" e ipotizzavo un veloce rinnovo dei contratti collettivi della Sanità. Ma segnalavo anche la particolare situazione della dirigenza dei ruoli professionale, tecnico e amministrativo rimasta incolpevolmente senza nemmeno il rinnovo 2016/2018 perché le trattative dell’Area Funzioni locali sono da mesi in un incomprensibile stallo. Questa dirigenza ricomprende numerosi profili articolati nei tre ruoli citati: ingegneri, architetti, avvocati, geologi (ruolo professionale), sociologi, analisti, statistici (ruolo tecnico), amministrativi (ruolo amministrativo). È vero che sono pochi, non hanno un camice bianco e non svolgono assistenza diretta ma la loro rilevanza è inversamente proporzionale al numero. Le funzioni che svolgono coprono tutte le maggiori aree strategiche delle aziende sanitarie: dalla gestione del personale alla contabilità, dagli acquisti al contenzioso, dagli appalti alle opere pubbliche, per non parlare dell’ingegneria clinica. Lavorano sugli aspetti strutturalmente più deboli delle aziende, quelli sui quali esiste un accanimento del legislatore ad imporre sempre più vincoli e complicazioni. La abusata e scorretta definizione "funzioni di supporto" non rende giustizia a soggetti che concorrono alla pari di tutti gli altri a realizzare la missione aziendale e non è raro che costituiscano a volte l’unico presidio di rispetto della legalità presente nel sistema. Si tratta di circa 5.000 dirigenti nei confronti dei quali negli ultimi anni si sono prospettate modifiche istituzionali importanti e sostanziali sia a livello di contrattazione collettiva, sia come inquadramento ordinamentale ma vengono poi ignorati e dimenticati. Tutte queste circostanze si sono esponenzialmente aggravate con l’emergenza Covid e alcune figure amministrative o professionali stanno lavorando da mesi nel caos completo e con pressioni notevoli: il dirigente che deve assumere il personale per l’emergenza in poche ore applicando norme ai limite dell’assurdo, il dirigente che deve acquistare (o trovare) dispositivi introvabili, l’ingegnere che deve installare e gestire i ventilatori. Lo stipendio di questi dirigenti è fermo da 10 (dieci) anni e mezzo. Fatte tutte queste considerazioni, si ritiene doveroso e utile pubblicare la lettera aperta di Fedirets che è il maggiore sindacato dell’area delle Funzioni locali con il 35 % di rappresentatività.

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