Ieri, dopo 10 anni di blocco dei CCNL e a triennio già scaduto, anche a seguito del sollecito da noi inviato in data 15 Marzo 2019 (leggi qui la nota), i Comitati di settore Regioni/Sanità ed Enti locali hanno licenziato l’Atto di indirizzo per il CCNL 2016-2018. Ci riserviamo di commentarne i contenuti, in quanto il testo, nella versione finale, non è ancora disponibile e sarà comunque soggetto, come da d.lgs. 165/2001, all’esame di compatibilità finanziaria da parte del Governo per la sua definitiva approvazione ed il successivo invio all’Aran.
E’ una buona notizia in quanto viene superato il principale impedimento all’avvio delle trattative: ora, a meno di ulteriori periodi di giacenza in qualche cassetto del MEF, è ragionevole ipotizzare a breve una convocazione del tavolo negoziale.
Non sarà una trattativa facile, visto lo stallo che caratterizza i tavoli aperti per i CCNL delle Aree Funzioni Centrali e Sanità ed il clima politico sempre più ostile alla dirigenza pubblica.
Come primo sindacato rappresentativo dell’Area Funzioni locali abbiamo la possibilità di giocare un ruolo da protagonisti per la tutela non solo del potere di acquisto, ma anche (e forse soprattutto) del trattamento giuridico della dirigenza che rappresentiamo, in questi anni violentato da continui e invasivi interventi legislativi.
E' una buona notizia soprattutto per i 15.000 dirigenti delle funzioni tecnico/amministrative degli Enti Locali, Regioni, SSN e Segretari Comunali e Provinciali, che in 10 anni non hanno visto adeguamenti contrattuali a fronte di diminuzioni di organico di oltre il 25%, taglio delle risorse della contrattazione decentrata pari anche al 40% della consistenza 2010 dei fondi contrattuali ed in cambio di carichi di lavoro insostenibili anche grazie ai numerosi incarichi aggiuntivi lasciati in eredità dai dirigenti cessati e mai sostituiti.