ADESIONE ALLO SCIOPERO CONTRO LA MANOVRA DI BILANCIO 2024

A tutt’oggi, nonostante l’impegno profuso a livello politico e governativo, non c’è alcuna certezza sul destino delle norme della legge di bilancio 2024 in materia pensionistica che intervengono pesantemente non solo sui rendimenti pensionistici dei dipendenti del SSN, degli enti locali e delle regioni in regime misto ma anche sui requisiti pensionistici dei più giovani in regime totalmente contributivo.

Allo stato l’art 33 taglia infatti di netto i rendimenti di coloro che, iscritti alle ex casse CPDEL e CPS ed assunti dopo il 1981, al 31/12/1995 hanno meno di 15 anni di contributi.  

Per la prima volta si va ad incidere sui diritti acquisiti aprendo di fatto pericolosamente la strada al principio che lo Stato Italiano non garantisce più la certezza del diritto.

Non solo: INPS ha incassato per il riscatto dei periodi non coperti da contribuzione antecedenti il 1996 contributi estremamente onerosi promettendo rendimenti che oggi invece nega.

Inoltre si alzano le età pensionabili e le soglie di accesso ai giovani e per tutti si introducono nuove finestre e adeguamenti alla speranza di vita oggi non previste.

Ancora una volta, quindi, il sistema previdenziale per il governo resta l’unica fonte di entrate mentre assolutamente nulla viene fatto per ridurre l’enorme evasione fiscale e per ridare fiato ad una pubblica amministrazione devastata da decenni di tagli agli organici e da riforme bandiera del tutto inefficaci.

Tutto ciò ha già avuto però un effetto concreto immediato: la fuga di quanti possono dal posto di lavoro. Fuga che non riguarda solo il SSN, già ridotto in briciole da un definanziamento ultradecennale e da condizioni di lavoro umanamente insostenibili per medici ed infermieri ma anche per dirigenti amministrativi, tecnici e professionali, chiamati al pari dei sanitari a carichi di lavoro insostenibili – aggravati dal PNRR - in cambio dei trattamenti economici fra i più bassi di tutta la dirigenza pubblica.

  Non molto diversa è la situazione lavorativa dei dirigenti degli enti locali e dei segretari comunali, stretti fra una mole di  adempimenti sempre più gravosa, acuita con l’attuazione del PNRR,  e l’impossibilità di provvedervi per mancanza di figure professionali adeguate e per trattamenti economici in alcuni casi inadeguati.

Per tutti questi motivi Fedir, condividendo le motivazioni delle manifestazioni contro le politiche economiche del governo, e pur continuando ad attivarsi in tutte le sedi per la modifiche delle norme, aderisce alle proteste:

 

del 17 novembre 2023     Sciopero generale del pubblico impiego  

del 5 dicembre 2023         Sciopero dei dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale

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