Fedir Sanità aveva accolto con grande favore le disposizioni dell’art. 6 dl 90/2014, che vedevano accolte proposte da lungo tempo prospettate anche da noi.
Il ricambio generazionale non è infatti solo un problema dei giovani 30/40 enni ma anche dei 50/enni rispetto ad una classe dirigenziale di 70/80 enni pensionati che fatica grandemente a cedere ruoli dirigenziali detenuti per lunghissimi anni.
Ma talune disposizioni della circolare 6/2014 non ci trovano assolutamente d’accordo, non trovando alcuna giustificazione logica e rappresentando il solito aggiramento della norma.
In particolare è dato comprendere per quale motivo siano esclusi dal divieto gli incarichi ai commissari, sub commissari ed in organi di controllo.
I commissariamenti di Enti italiani non sono nella realtà eccezionali né nel numero né nella durata. Particolarmente nel Servizio Sanitario Nazionale (e specialmente per le Regioni in piano di rientro) non è infrequente né il massiccio commissariamento delle ASL né la lunghissima durata degli stessi. Né i poteri commissariali hanno confini di esercizio limitati rispetto agli ordinari. Quindi non si riscontrano né temporaneità della funzione né svolgimento di compiti specifici. E dunque ci chiediamo: perché i pensionati dovrebbero poter svolgere come commissari quelle stesse funzioni che ordinariamente non potrebbero svolgere?
Saremo facili profeti nel prevedere nel prossimo futuro l’aumento significativo dei commissari e sub commissari in Sanità?
E quali sarebbero le motivazioni, non esplicitate nella circolare, per cui ai pensionati sono consentiti gli incarichi in organi di controllo?
Come sempre e come in passato, fatta la legge è stato trovato il modo di raggirarla.
Ecco perchè Fedir Sanità ha chiesto al ministro Madia di correggere la circolare 6/2014. Leggi tutta la lettera