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Ultimissima di Fedir

INCONTRO CONFERENZA DELLE REGIONI - Fedir chiede misure urgenti. Senza valorizzazione della componente tecnico amministrativa nessuna efficienza e innovazione nel SSN

Fedir ha partecipato attivamente ai due incontri tra la Conferenza delle Regioni e le organizzazioni sindacali del SSN sul documento per il personale del SSN.

Nel primo incontro (4/6/2025) Fedir ha fortemente sottolineato la mancanza nel documento dello scorso aprile 2025 di riferimenti alle funzioni tecnico amministrative in Sanità, dirigenziali e non, chiedendo l’immediata perequazione dei gap economici che vedono la dirigenza PTA con stipendi medi inferiori a tutta la restante dirigenza pubblica (dirigenti sanitari compresi) di oltre 20.000 euro annui. Nel documento trasmesso il 12/6/2025, quindi, un punto specifico (il 9°) è stato finalmente ed interamente dedicato alle funzioni tecnico amministrative ed in special modo alla dirigenza PTA, di cui si riconosce apertis verbis il ruolo essenziale per il funzionamento quotidiano del SSN ed i ruoli strategici rivestiti da tale personale. 

Tra le proposte inserite nel DOCUMENTO DI LAVORO 13 GIUGNO 2025 ( scarica qui il documento) emergono, tra le altre:

-          Valorizzazione del personale dei ruoli professionale, tecnico ed amministrativo (PTA)

-          Adeguamento salariale e superamento dei vincoli normativi

-          Percorsi di carriera strutturati

-          Semplificazione e applicabilità dei contratti nazionali

-          Trasformazione digitale orientata ai professionisti

-          Retention e welfare contrattuale

Nella riunione del 13/6/2025 Fedir ha ribadito la richiesta di utilizzo dello 0,008% del fondo sanitario per il superamento del gap salariale della dirigenza PTA e proposto l’avvio di un “Piano Nazionale per le Competenze Strategiche dei Dirigenti PTA”, volto a mappare, certificare e valorizzare le professionalità che operano nei settori chiave del SSN, inclusi i responsabili dei servizi acquisti, personale, bilancio, tecnico, project manager, esperti digitali e di tutti i dirigenti professionali, tecnici ed amministrativi. La proposta include anche un programma sperimentale per favorire ed incentivare la mobilità volontaria tra Regioni per la condivisione delle competenze e l’attivazione di meccanismi premiali per l’innovazione organizzativa.

Durante l’incontro, la Segretaria generale, Elisa Petrone, ha chiesto con forza l’emanazione dell’atto di indirizzo per avviare la trattativa sul nuovo contratto collettivo nazionale dell’Area Funzioni Locali, evidenziando che l'ultimo accordo in vigore risale al 2019.

“È urgente sbloccare in primis il percorso negoziale e dare un segnale concreto di attenzione a una componente vitale del SSN”, ha dichiarato Petrone, sottolineando la necessità di passare “dalle parole ai fatti”. Fedir conferma la propria disponibilità a supportare il Comitato tecnico con osservazioni operative e proposte concrete, per fare della valorizzazione del PTA una realtà sostenibile e strutturale nel Servizio Sanitario Nazionale.

 

Riportiamo  l'articolo pubblicato da Quotidiano Sanità il 14 aprile sulla posizione di Fedir Sanità rispetto al taglio delle ASL:

quotidianosanita.it

Riduzione Asl. Travia (Fedir): “Il problema non è il loro numero ma la qualità delle loro direzioni”

Per il segretario nazionale di Fedir sanità il nodo da affrontare è appunto l'affidamento delle direzioni generali, da parte della politica, a persone spesso non qualificate. "Basta spot, buttiamo fuori dalla gestione delle Asl gli uomini di fiducia incapaci ed arroganti. I problemi troverebbero così la loro naturale soluzione".

 

14 APR - “Abbiamo sentito con sconcerto le dichiarazioni di Renzi di questi giorni sul presunto scandalo legato al fatto che le Regioni hanno troppe Asl(alcun ben 22), il che costituirebbe un costo improprio per l’elevato numero delle poltrone”. Così il segretario nazionale di Fedir Sanità, Antonio Travia, risponde alleparole del premier Matteo Renzi il quale – nel corso di una conferenza stampa nell’ultimo Consiglio dei ministri aveva parlato dei risparmi ottenibili da una riduzione del numero delle Asl. Il sindacato della dirigenza amministrativa, tecnica e gestionale del Ssn, scrive sia al premier che al ministro della Salute,Beatrice Lorenzin.

Quest’ultima, a parere di Fedir, ha fatto una analisi molto più seria che il sindacato condivide in pieno: non è infatti tagliando a prescindere il numero delle Asl che si risparmia quanto migliorando la gestione delle Aziende Sanitarie. Tornando alle parole di Renzi Travia aggiunge: “Come sindacato rappresentativo della dirigenza amministrativa del Servizio Sanitario Nazionale restiamo davvero attoniti davanti a tali generiche nonché populistiche affermazioni e condividiamo appieno quanto per fortuna dichiarato dal Ministro Lorenzin, che ancora una volta dato prova di competenza e concretezza sulla questione anche del costo delle siringhe. Laddove non risulti a codesta Presidenza, le Regioni con più elevato numero di ASL sono esattamente quelle (Lombardia, Veneto) in cui si effettua, comprovatamente, la migliore sanità. La peggiore sanità si riscontra invece proprio in quelle Regioni (Lazio, Campania, Calabria) che da tempi remoti (il Lazio fin dal 1994) ha ritenuto più confacente un azzonamento basato su ASL a dimensionamento territoriale corrispondente alla Provincia. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e non hanno bisogno di essere raccontati”.


L’esempio concreto, continua Travia, “è la mega Città della Salute di Torino (tre grandi ex Aziende Ospedaliere di altissima specialità ed 11.000 dipendenti da gestire). Ebbene: a tre anni di distanza la macchina organizzativa è ormai alla paralisi. La gestione unitaria del personale è ben lungi dall'essere realizzata (ad esempio ancora non c’è un unico contratto integrativo del personale ed i fondi contrattuali sono distinti con tutto ciò che ne consegue) ed il sistema degli approvvigionamenti è nel caos (solo per censire e valutare/coordinare i fabbisogni di ciascun servizio occorrono mesi ed ad oggi le gare sono, necessariamente, per la maggior parte in proroga anche grazie agli effetti nefasti della folle avventura di Cota che per due anni ha inseguito il sogno di trasformare le ASL in società di diritto privato)”.

Per Fedir Sanità è ormai comprovato che le organizzazioni sanitarie con oltre 3.000 dipendenti sono inefficienti e ciò a ragione della complessità della materia prima prodotta: salute e non certo tondini di ferro. “Come si giustifica – continua Travia - la scellerata riforma del governatore Rossi che ha portato le Asl Toscane da 12 (non 22) a sole 3 Asl tagliando in tre la Toscana? Diecimila dipendenti da gestire, mega appalti (il malaffare si sfrega le mani) da mettere in piedi e centinaia di chilometri da governare. La fallimentare esperienza delle Estav non è evidentemente stata di lezione e certamente le briciole di risparmio che deriveranno dalle poltrone che saltano non potranno mai compensare gli sprechi dell' inefficienza dei servizi verso cui si andrà. Salvo decentrare talmente tanto da creare di fatto tante mini Asl dentro la grande Asl (Asur Marche docet). Ma allora di che parliamo? Ed invece codesta Presidenza cavalca il mito dell’accorpamento. I contribuenti sarebbero ben felici di pagare anche molto più del certamente non lauto stipendio di 130.000 euro circa a direttori generali qualificati, competenti ed onesti che gestiscono le Asl con l'umiltà e la concretezza del buon padre di famiglia. Invece sono costretti a pagare direzioni generalmente incompetenti e troppo spesso disoneste, messe sulle poltrone da una politica inqualificabile ed in grado solo di distruggere quanto di buono ancora miracolosamente cammina sulle gambe di quella residua dirigenza strutturata (per intenderci i vincitori di pubblici concorsi che finora hanno avuto la schiena dritta davanti all'arroganza degli uomini di fiducia e che per questo dovranno essere spazzati via dalla riforma Madia) che nulla ha a che vedere e vuole avere a che vedere con la fiducia elargita dalla dirigenza politica, in grado di creare "fenomeni" dal nulla sol perché fiduciari.

"Basta allora – conclude Travia - con spot di ogni tipo e facciamo l'unica cosa che c’è da fare: buttiamo fuori dalla gestione delle Asl gli uomini di fiducia incapaci ed arroganti, lasciamo lavorare solo i capaci ed onesti e valutiamo correttamente le persone per quello che sono. I problemi (costi standard, appropriatezza delle cure, sprechi ed inefficienze) troverebbero la loro giusta e naturale soluzione senza dover creare elefanti burocratici che di certo non servono ai poveri ammalati”.  

14 aprile 2015
© Riproduzione riservata

 

 

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